Nel suo “L’infanzia del mondo” Tonino Guerra riporta storie di vita che provengono da luoghi e situazioni attorno al mondo attraverso racconti, fiabe e molti episodi su innumerevoli personaggi.
Anche le pietre forate naturali diventano il soggetto di una di queste storie di vita: parlando di un viaggio del greco Paradzanov, Guerra gli fa incontrare una vecchia che, da ragazzina, ha dovuto rintracciare proprio un sasso bucato per passare una “prova” richiesta per essere assunta in fabbrica.
Ecco il passaggio che riprende l’episodio: “Era nata a Turtkul’ e da ragazzina si era trasferita nell’Azerbaigian dove per essere assunta ragazzina nella piccola fabbrica di tappeti aveva dovuto cercare un sasso bucato nel fiume. Chi dopo giorni e giorni riusciva a trovarlo dimostrava la pazienza necessaria per fare diecimila nodi al giorno. Questo era il metodo per l’assunzione di quando lei era ragazzina. Chi si stancava di camminare sui sassi del letto del fiume e rinunziava alla ricerca non era adatta alla fabbricazione di quei bellissimi tappeti artigianali”.
La pazienza è quindi una, e la più importante, delle doti necessarie per lavorare a questi preziosi prodotti: così come le mani umane danno forma ai tappeti, allo stesso modo la natura con pazienza plasma il foro delle pietre di Odino, che diventa simbolo della forza e della precisione della natura e dei suoi agenti.
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