Pietre forate in racconti di streghe: viaggio fra le pagine di Gardesaniana

Virginia Quinti lo porta inserito in una gabbietta d’argento ed è perfettamente consapevole che sta violando una sorta di legge naturale secondo la quale “i ciottoli con questa particolarità in genere erano usati contro le streghe e le creature magiche, perché non potessero introdursi in alcuni luoghi e non potessero fare del male a bambini e indifesi”. Ma la strega Virginia, di una genia di streghe legata da sempre al lago di Garda, non se ne cura e, anzi, lei il sassolino sulla cui superficie spicca un foro naturale, che l’attraversa da parte a parte, lo utilizza come amuleto personale.

Se normalmente le pietre forate naturali sono usate per respingere e allontanare le streghe, perciò in “Di sangue in sangue”, una delle storie contenute nell’antologia “Gardesaniana” di Simona Cremonini, questa concezione viene ribaltata.

Nel racconto Virginia è una delle protagoniste di uno scontro che vede contrapporsi da una parte le anguane, creature che anche sul lago di Garda hanno trovato dimora; e dall’altra Les Eguales, le terribili e spaventose ancelle della potente regina Samblana delle Dolomiti. Virginia è chiamata a salvare l’anguana Dora e la bambina che la giovane ha concepito con il marito senza che i due conoscessero un antico e oscuro patto che li condannerebbe a consegnare la piccola alle due gemelle pestifere.

Sarà la pietra forata (attivandola, così, per quello che è il ruolo tradizionale delle pietre) a fare da sigillo per rendere invalicabile da parte delle sorelle il cerchio di protezione costruito da Virginia e a permetterle così di salvare le due.

«Non possono attraversarlo» le disse Virginia, quasi leggendole nel pensiero. «La pietra forata che ho posto a sigillo del cerchio esterno è usata per tenere lontane le creature magiche», spiegò.

Gardesaniana (antologia uscita nel 2019 che ingloba, fra gli altri, anche i racconti della precedente antologia Garda Doble) contiene dunque il racconto “Di sangue in sangue”, prequel della vera e propria “Saga delle Streghe Quinti”, progetto dell’autrice che ha visto la luce negli anni scorsi.

Appartenente alla Saga delle Streghe Quinti è anche uno degli altri racconti, dal titolo “Magie al confine”. Qui un soldato tedesco, durante la Prima Guerra Mondiale, cercherà di salvare la vita al fratello ferito, interagendo con una misteriosa donna, Giana, incontrata nei boschi situati attorno al confine italiano, nella zona poco lontana dalla frazione e dalla fortificazione di Pregasina, Riva del Garda.

Giana, antenata di alcune generazioni di Virginia, porta una pietra forata naturale al collo:

In mezzo, appeso al collo con una cordicella, spicca uno strano ciondolo di pietra con un foro centrale.

Ecco dunque iniziare a modellarsi quel mosaico che andrà completandosi leggendo l’intera saga, composta dai romanzi “Il Sigillo di Sarca“, “Le streghe del Monte Corno” e “La leggenda degli amanti del lago” che portano il lettore attorno al lago di Garda attraverso la storia di una famiglia di streghe dall’epoca romana ai giorni nostri, anche raccontando le funzioni della pietra forata naturale che fa loro da amuleto.

per altre informazioni su “Gardesaniana” si rimanda a questo link sul sito ufficiale.

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