Fra gli autori che, nel tempo, hanno affrontato il tema della pietra forata vi è anche Mircea Eliade, storico delle religioni, antropologo, scrittore il cui lavoro ottenne risonanza internazionale.
Spiega Eliade nel suo “Trattato della storia delle religioni” che un tempo vi erano una serie di riti con i quali si credeva fosse possibile far guarire i bambini gravemente ammalati, che in alcune occasioni venivano addirittura seppelliti nella terra disperdendo sopra di loro delle sementi perché le piante spuntando avrebbero fatto di nuovo germogliare anche i bambini.
Fra i riti usati in questi casi vi erano inoltre quello di “far passare il bambino ammalato attraverso una fessura della terra, o una roccia forata, o la cavità di un albero”.
L’obiettivo primario era di “trasferire la ‘malattia’ del bambino” nell’oggetto, ovvero la roccia. Ma in realtà c’era dell’altro: in questo modo, infatti, veniva imitato l’atto del parto, ovvero del “passaggio attraverso un foro”, ottenendo la “guarigione per mezzo di una nuova nascita”, perché “le viscere della terra doneranno loro una vita nuova”. La roccia forata poteva essere sostituita da una pianta o da un albero cavo.
Mircea Eliade si spinge poi a parlare in modo più ampio del valore delle pietre forate, chiamandole anche con il nome di “pietre del fulmine”.
Richiamando la tradizione di far passare i bambini per il foro di una roccia, che ricorda essere “viva fino ai nostri giorni in Europa”, evidenzia il valore di questo rito per la nascita o rinascita, ma anche come azione che richiama il simbolo solare.
In proposito scrive:
“I popoli protostorici dell’India consideravano le pietre forate un emblema del “yoni”, e l’azione rituale di passare per il buco implicherebbe rigenerazione per mezzo del principio cosmico femminile. In India queste “ringstones” hanno anche un simbolismo solare; sono assimilate alla porta del mondo, “loka-dvara”, traversando la quale l’anima può ‘passare oltre’ (salvarsi = “atimucyate”). Il foro della pietra si chiama ‘porta della liberazione’ (“mukti-dvara”), e in ogni caso questa formula non si può applicare a una rinascita per mezzo del “yoni” (la matrice), ma soltanto a una liberazione dal Cosmo e dal ciclo karmico, liberazione implicita nel simbolo solare”.
Le pietre forate, inoltre, fanno parte dei particolari che animano il paesaggio naturale e lo caricano di miti.