Le pietre forate e il parto: un legame simbolico ma non solo

La pietra forata naturale rappresenta la nuova vita, la caverna ancestrale da cui ciascuno nasce, il passaggio e il cambiamento.

Questo significato, così come la sua forma e anche il suo carattere magico, la rendono un corredo perfetto per uno dei momenti più importanti dell’esperienza umana, ovvero il parto.

Innanzitutto la pietra forata è usata per favorirlo, per favorire il concepimento e il percorso che serve alla nuova vita per fiorire e giungere alla nascita. Ma essa non si limita a questo compito quasi divino.

Infatti non è raro vedere presente la pietra forata naturale proprio in questo momento così fatidico. La stessa Dea (Grande Dea e Grande Madre) tra i suoi simboli ha la pietra forata naturale che, per chi officia rituali e riti legati al parto, alle madri e alla maternità, sarà fra le presenze più indicate per chiamarla e per invocare protezione durante il parto oltre ad abbondanza di prole e raccolto. È ciò che avviene anche nel racconto della Saga delle Streghe Quinti dedicato al parto di Dora, ricordato qui, e anche a Roccaporena nel rapporto tra le pietre e le protettrici dei parti, spiegato qui.

In Baviera, invece, le usanze legate al parto e alle pietre forate sono descritte così: “Le vecchie levatrici avevano l’abitudine di portare con sé le pietre delle streghe e donarle alle puerpere affinché proteggessero i loro bambini. In molte case di Obendorf è possibile trovare queste pietre, che i proprietari non venderebbero neanche a peso d’oro”.

Inoltre un forte richiamo alla (ri)nascita e al parto si nasconde nella costruzione delle tombe antiche, dove le strette aperture costringevano a strisciare e a chinarsi per entrare, rievocando così il faticoso atto della nascita e il passaggio attraverso la vulva: come ricorda Marija Gimbutas, “Passare attraverso l’apertura di una pietra o di un albero comporta la stessa difficoltà della nascita”.

La statua di Soslan che danza a Vladikavkaz (foto Wikipedia)

Parlando del rapporto tra pietre e parto, una citazione la merita anche il personaggio di Soslan, eroe della mitologia osseta (ovvero dell’Ossezia, una regione del Caucaso del nord), legato al cosiddetto Ciclo dei Narti e alle Saghe dei Nart di quella regione.

Soslan è chiamato “figlio della pietra” o anche “figlio della strega”. La sua è appunto una “nascita dalla pietra”, in qualche modo quindi un passaggio fisico attraverso la pietra per nascere.

Racconta uno dei miti dell’Epica dei Narti che Satàna, madre dei Narti, se ne stava un giorno sulla sponda di un fiume a lavarsi. Nuda, stupenda, fu vista in tutta la sua bellezza da un anonimo pastore il quale, non riuscendo a trattenere il proprio piacere, possedette una pietra accanto a sé sdraiandosi e donandole il proprio seme. Satàna vide ciò che l’uomo aveva fatto e, nove mesi dopo, facendosi accompagnare da altre giovani narte, si recò alla pietra e, aprendola lei stessa e facendo da levatrice, trasse un bambino. Egli, una volta nato, fu chiamato Soslan, diventando un futuro eroe mitologico e il “figlio della pietra” appunto.

Per approfondire la storia di Soslan e questa mitologia, esistono come utili spunti iniziali due pagine su Wikipedia, una dedicata al Ciclo dei Narti e una seconda che illustra le Saghe dei Nart.