In alcuni casi distrutte da predicatori e inquisitori, in altri invece divenute veri e propri oggetti di culto nella devozione popolare: le pietre forate naturali sono entrate anche nel culto cristiano legando il loro destino, in molti casi, a quello dei santi.
Un esempio è il loro legame con Santa Rita, descritto in questo articolo, quello con Santa Paola accennato qui, e quello con San Pellegrino che ispira la creazione del Monte Forato, ma l’elenco potrebbe andare avanti a lungo.
Un caso particolare è quello di Sant’Isidoro di Siviglia, vescovo e dottore della Chiesa, ricordato il 4 aprile (sarebbe morto quel giorno nel 636). Una leggenda a lui legata racconta che un giorno, assetato, si avvicinò a un pozzo. Lì egli, mentre si dissetava, notò che la fragile corda aveva scavato dei solchi sulla pietra della superficie del bordo: da lì, secondo una tradizione, egli rifletté che la costanza e la volontà sono fondamentali per l’uomo per riuscire a scalfire i duri scogli che la vita può mettere lungo il cammino. Il pensiero non si discostava molto da quello dell’antico proverbio latino Gutta Cavat Lapidem.
Esiste, inoltre, anche uno specifico scongiuro, legato a due santi, per tutti coloro che guardano attraverso la pietra forata per vedere gli spiriti. Il rituale prevede di utilizzare una pietra forata con un buco tondo creato dalle forze del mare e di andare nelle vicinanze di un cimitero. Qui, con un occhio chiuso e guardando con l’altro il cimitero attraverso il foro, bisognerà pronunciare le parole: “In nome di San Pietro e di San Biagio, fate che da questa pietra io possa vedere che forma fanno gli spiriti” e aggiungere poi un De Profundis ispirato alle parole del Salmo 130: “De profundis clamao in te Domine, Domine! Et Domine et fiantatis, Bugsein et Regina materna, Edognis Domine!”. Si potranno così vedere gli spiriti che non sono in pace e, se si è coraggiosi, si potrà chiedere loro dove trovare i loro tesori per diventare ricchi.