Le pietre delle streghe secondo Scott Cunningham

Quello di Scott Cunningham è un nome noto a chiunque si sia mai approcciato al tema della Wicca, religione che è basata sulla natura e che, pur essendo di nascita moderna, ha assorbito diverse pratiche e credenze delle stregonerie antiche.

Cunningham era un americano, autore di numerosi libri sulla magia naturale e sulla Wicca, che in diverse occasioni ha citato o descritto le pietre forate naturali, da lui spesso denominate “pietre delle streghe”.

Nella sua “Enciclopedia delle pietre magiche” Cunningham racconta una situazione in cui gli capitò di imbattersi in una decina di pietre forate sulla spiaggia senza praticamente neppure cercarle.

Riassuntivamente, poi, traccia una serie di usi e significati delle pietre di Odino.

Anche in “Il libro delle ombre” le pietre forate hanno un loro spazio, perché dice lo stesso Cunningham “un ciottolo forato… ha molti usi”.

Sì può appenderlo in casa, portarlo al collo, usarlo sull’altare per la dea Diana.

Un altro utilizzo è quello di poter vedere gli spiriti.

“Portate la pietra in un cimitero o in un luogo dove credete di poterli incontrare e guardate attraverso il buco, tenendo l’altro occhio chiuso”.

Anche la visione astrale può essere legata alla pietra forata, soprattutto di notte: avvicinando la pietra della strega all’orecchio si può favorire l’udito astrale.

Cunningham definisce le pietre forate naturali “inestimabili strumenti magici della Wicca, un dono della Dea”.

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